Si intende un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine:
✅ Vitamina D1, D2, D3, D4 e D5
La Vitamina D ha un ruolo fisiologico molto importante nell’omeostasi del calcio, e la si può sintetizzate attraverso due vie differenti:
✅ Alimentazione
✅ Sintesi Endogena (l’esposizione solare)
Quindi è possibile assumere vitamina D non solo grazie all’esposizione solare ma anche attraverso specifici alimenti di origine animale. Molti esperti concordano infatti che i nostri antenati subirono una vera e propria evoluzione di alcune loro caratteristiche fisiologiche proprio per acquisire sufficiente vitamina D. Un esempio è la pelle chiara, caratteristica delle popolazioni europee moderne, che favorisce un maggiore assorbimento di vitamina D anche a latitudini in cui la luce naturale è meno intensa. In aggiunta al cambiamento del colore della pelle, anche l’aver acquisito la capacità di digerire il lattosio è una qualità che oggi ci permette di assumere più vitamina D anche attraverso il latte.
Gli alimenti che presentano un contenuto maggiore di questa vitamina sono:
✅ Il pesce: in particolare la trota che contiene 15 microgrammi (μg) di vitamina D ogni 100 grammi, lo sgombro (13,8 μg ogni 100 g), salmone (10,9 μg/100 g), pesce spada (13,9 μg/ 100 g), le sardine (4,8 μg/100 g) e il tonno (1,7 μg/100 g);
✅ Concentrazioni elevate di vitamina D si hanno negli oli di fegato dei pesci marini (circa 200 μg per 100 grammi di olio);
✅ Le uova, soprattutto il tuorlo, contengono in genere quasi 5 microgrammi di vitamina D per 100 grammi;
✅ Il latte e i suoi derivati: in 100 grammi di latte intero sono presenti 1,3 μg di vitamina D. Non è quindi l’alimento più ricco di questa preziosa vitamina, ma può dare un contributo al suo apporto quotidiano;
✅ Anche alcuni formaggi e latticini ne contengono una certa quantità, come ad esempio lo yogurt intero e la feta.
Tra gli alimenti di origine vegetale che contengono vitamina D2 troviamo:
✅ I funghi che, a seconda della varietà presa in considerazione, contengono 0,2-0,4 μg di vitamina D in 100 grammi Il cacao e gli alimenti che lo contengono, soprattutto il burro di cacao e il cioccolato fondente (1,90-5,48 μg/100 g)
Come viene prodotta la Vitamina D?
La vitamina D viene prodotta maggiormente attraverso la via endogena. Nella cute del corpo umano è presente una molecola, il 7 deidro-colesterolo pro-vitamina D, che per effetto della luce solare viene convertita in Pre-Vitamina D3 e successivamente per effetto della temperatura della cute la Pre-Vitamina D3 viene convertita in Vitamina D3. Quest’ultima va nel circolo sanguigno, legata a proteine trasportatrici, e successivamente arriva nel Fegato. All’interno di questo organo la Vitamina D viene idrossilata formando 25-Idrossicolecalcifero (idrossilazione in posizione 25) ad opera dell’enzima 25-idrossilasi.
25-Idrossicolecalcifero è il metabolita maggiormente circolante della Vitamina D3; esso si sposta poi nel Rene dove avviene l’idrossilazione anche in posizione 1, quindi abbiamo 1.25- diidrossicolecalcifero o calcitriolo il quale risulta essere la Vitamina D3 attiva (forma ormonale della vitamina).
La vitamina D3 (attiva) a questo punto aumenta a livello dell’intestino l’assorbimento del calcio e va a mobilizzare a livello dell’osso la matrice ossea, quindi vi è un rimodellamento il quale porta ad un aumento del calcio plasmatico.
Successivamente viene trasformata in una forma inattiva, l’Acido Calcitriolo, per essere catabolizzata.
Funzioni Vitamina D
La vitamina D presenta moltissime funzioni il che la rendono molto importante nel mantenimento di livelli accettabili di calcio, tramite la calcitonina e il PTH.
➡️ La vitamina D aiuterebbe la risposta immunitaria di tipo innato contro gli agenti microbici; alcuni esperimenti in vitro evidenziano come questa vitamina abbia la possibilità di stimolare la produzione di catelicidina umana (CAMP), ossia un peptide ad azione anti-microbica, in differenti culture cellulare. Quanto descritto appare in alcuni studi degli anni 2000.
Alcuni dati simili permettono di dar sostegno allo studio di Cannel e colleghi che riprendendo un’ipotesi già sostenuta da Edgar Hoper-Simpson nel 1981, sostengono che i picchi invernali di sindrome influenzale potrebbero essere dovuti ad una carenza di vitamina D a seguito d'una minor esposizione alla luce solare, e recenti studi hanno confermato questa ipotesi, mostrando che un livello adeguato nel sangue di vitamina D riduca significativamente l'incidenza di infezioni respiratorie acute.
Dati Statistici
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ritiene molte prescrizioni di Vitamina D non adeguate poiché tale agenzia si basa sulle pubblicazioni de "The Lancet" e “Annals of Internal Medicine”.
La Società italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro non è della stessa idea poiché ritiene, invece, che sulla penisola Italiana l'80% della popolazione risulti carente; la carenza di tale vitamina interesserebbe circa la metà dei giovani italiani nei mesi invernali. Questa condizione di deficit sembrerebbe aumentare con l’avanzare dell’età e interesserebbe quasi la totalità della popolazione anziana italiana che non assume integratori di Vitamina D.
Carenza
Una carenza di Vitamina D porta ad alterazioni dei processi di mineralizzazione con:
✅ Rachitismo (nel bambino non esposto al sole): non mineralizzazione della cartilagine epifisaria e quindi durante la crescita non si ha la mineralizzazione del calcio e formazione dell’osso portando a deformazioni ossee
✅ Osteomalacia (nell'adulto non esposto al sole)
La carenza sub-clinica di vitamina D è associata a osteoporosi, malattie cardiovascolari, diabete, malattie autoimmuni e depressione.
Come Integrarla?
Qualora i livelli di Vitamina D risultassero inferiori a 30 ng/ml il consiglio è seguire le linee guida della Società Americana di Endocrinologia che raccomanda un dosaggio fino a 10.000 UI/giorno).
La fase successiva è riuscire a trovare un dosaggio di mantenimento (soggettivo da persona a persona) per mantenere i livelli di tale vitamina compresi tra 50-100 ng/ml.
✅ Un possibile esempio potrebbe essere: 2.000-5.000 UI/giorno.
Quale test devi effettuare
Il test da effettuare per valutare la possibile carenza di vitamina D risulta essere una semplice analisi del sangue. Qualora fosse in deficit, le prime alterazioni di questa vitamina potrebbero portare a diminuzioni dei livelli sierici di Calcio e Fosforo con un possibile iperparatiroidismo secondario ed un aumento della concentrazione di fosfatasi alcalina.
A cura di
Dr. Davide Palumbo
Biologo Nutrizionista & Chinesiologo
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